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ALTA VALSUSA – Invasione turistica, benefici?

Un’altra estate con notevole afflusso di turisti in Alta Valsusa. Però sempre più concentrato in brevi periodi. Sempre più mordi e fuggi. Sempre più di seconde case. Sempre meno di turisti italiani o stranieri per soggiorni medio lunghi. Sempre meno con interesse specifico sulla montagna (al di là dell’aria fresca e con meno smog che si respira). Sempre meno sportivo. Manca una base solida in grado di generare un economia sana e costante. Sempre più traffico d’auto, problema di parcheggi, inquinamento e forti impatti (anche nei valloni e nelle strade in alta quota), gestione rifiuti, gestione depuratori fognari.

Via Medail, Bardonecchia

Da una parte entusiasmo fra gli operatori nei momenti di picco perché i fatturati si impennano improvvisamente. Ma l’impennata dura molto poco e va a bloccarsi altrettanto improvvisamente, scendendo in picchiata per periodi di tempo sempre più lunghi (mesi). Un grosso problema dal punto di vista della gestione della propria attività lavorativa. Si può lavorare bene 15 giorni nelle vacanze di Natale, un paio di settimane nelle settimane bianche a Febbraio, una settimana (se va bene) a Pasqua, 15-20 giorni in Agosto? Totale 7-8 settimane l’anno? Così moltissime attività vanno in sofferenza, diverse chiudono o rischiano di chiudere.

Nonostante la facciata da economia florida…

Chiaramente qualcuno in settori più “agevoli” (tipo alimentare e ristorazione) ha più continuità. Ma gli altri? Non possiamo certo pensare di aprire tutti un market, una pizzeria, etc… detto ovviamente con ironia.

Senza contare che la “tipologia” turistica da noi presente in modo massiccio, è quella delle seconde case di proprietà o affittate da chi arriva dalle vicine grandi città. Qui i meccanismi di utilizzo dei servizi locali, quelli di spesa in generale, sono viziati dal fatto che si arriva in luoghi che si presume di conoscere bene, che si sente “casa propria”, dunque perché spendere? Perché “sprecare” soldi avvalendosi ad esempio di un rifugio in quota, di un servizio di accompagnamento turistico per visitare luoghi di interesse culturale, o acquistare in negozi di genere vario, se nelle città a poca distanza dove abitiamo, troviamo tutto?

Queste alcune analisi sparse, appena accennate. Ma si potrebbe proseguire a lungo con molteplici aspetti. Anche di comportamento sociale e culturale.

Nel prossimo periodo pubblicheremo interviste con operatori, amministratori e gestori in Alta Valsusa, per discutere del problema.

A nostro avviso c’è anche qui molto margine di manovra e miglioramento. Bisogna volerlo e crederci. C’è bisogno di una visione, di imparare e di volontà politiche.

Appiattirsi sulla situazione non va bene, oltre che essere perfino pericoloso per le sorti future della nostra economia.

Valle Stretta. Parcheggio nei prati e nei pascoli. Troppe auto, regolamentazione quasi inesistente

 

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