Per la rassegna LIBRI DI MONTAGNA Alta Val Susa, vi presentiamo “Grand Puy” di Erica Bonansea – Golem edizioni
Un romanzo ambientato nella bellissima borgata del Grand Puy di Pragelato. Abbiamo intervistato Erica Bonansea, la scrittrice.
Brevemente la trama
Dopo ventidue anni di assenza, Gioacchino ritorna nella vecchia casa di montagna. Che cosa è andato a fare al Grand Puy? E perché non ha più l’anulare sinistro? Il suo arrivo stravolge la quotidianità del fratello minore Alessandro e dell’amico Jan, che lo aiutano a cercare il figlio Ludovico scappato di casa a causa dell’imminente matrimonio della madre e del suo compagno. Riuscirà Gioacchino a ritrovarlo e fare pace con il suo passato?
Erica il tuo romanzo e’ ambientato nella stupenda borgata del Gran Puy, un luogo molto tipico delle nostre Alpi, da dove viene questa scelta?
Diciamo che il personaggio principale della storia è proprio lui, il Grand Puy, un luogo a cui sono molto legata fin dall’infanzia. Tendo ad ambientare sempre le mie narrazioni in contesti che conosco personalmente, altrimenti non potrei descriverli con sentimento e dovizia di particolari. Inoltre quando iniziai a mettere sulla carta la storia di Gioachino e Alessandro ero in vacanza nella borgata e avevo bisogno di staccare e immergermi nella pace di questi luoghi.
Qui nel silenzio e alla vista del Monte Blegier ho imbastito la storia, tra i sentieri che si perdono nei boschi di conifere.
E’ al Grand Puy che i due fratelli fanno quelle esperienze che li porteranno a scelte esistenziali importanti ed è sempre al Grand Puy che si ritrovano dopo anni colmi di assenze e misteri. Un filo rosso che li unisce nel tempo.
E infatti Erica il tuo romanzo si svolge in un’altalena temporale tra passato e presente per riportare alla luce ombre e non detti.
Si ho voluto usare questo espediente per dare ritmo a una vicenda che vede i due fratelli rincorrersi e giocare a nascondino nel corso di anni. Mi piaceva mostrare come i legami soprattutto tra fratelli anche nei momenti più difficili al massimo si allentano, ma mai si perdono. Amore fraterno, amicizia, amore per la montagna e per una vita semplice fuori dal caos. Sono questi gli ingredienti di una vicenda umana che si dipana sullo sfondo di un territorio alpino, ancora libero e selvaggio.
La suspence è un arco teso in tutta la narrazione. Cosa vorresti trasmettere a chi ti leggerà oltre il piacere di seguire i due fratelli nelle loro vicende?
Vorrei trasmettere l’amore che ho per la montagna e l’importanza che ha per me come scrittrice e come madre lo stare a contatto con ambienti ancora puri. Infatti ho incentrato gli eventi e le dinamiche tra i personaggi in un contesto naturale, perché dopo anni passati al Grand Puy ho notato che se davvero vuoi conoscere qualcuno lo devi portare in natura. Solo lì le persone vengono fuori senza artifici. Hai mai scalato? Ecco è come durante un’ascesa in parete, non puoi fingere, le maschere cadono e viene fuori chi davvero sei, di che pasta sei fatto per così dire. Al Grand Puy dinnanzi a una natura così pura e leale non puoi continuare a nasconderti. Poco alla volta i veli cadono e ti ritrovi nudo davanti a te stesso. Questa è anche la forza del Grand Puy. Mostrare l’umanità in tutta la sua affascinante complessità.
Grazie Erica è stato un piacere leggerti.
I luoghi del romanzo sono il Grand Puy (1830 m) nei bei campi a sud sopra Pragelato alle pendici del Monte Blegier (2583m) una cima sullo spartiacque tra Val Chisone e Val di Susa con una maestosa vista sulle due valli, il Colle dell’Assietta, il Gran Serin.