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Bardonecchia: Messner racconta Bonatti

Nell’ambito del XXVI Valsusa Filmfest, festival cinematografico sui temi del recupero della memoria storica e della difesa dell’ambiente attivo dal 1997, il 26 Marzo al Palazzo delle Feste di Bardonecchia Reinhold Messner insieme al coautore Alessandro Filippini ha presentato il suo ultimo lavoro editoriale “Noi, gente di montagna – Pionieri e campioni, capolavori e fallimen- ti: l’alpinismo fra storia e futuro”.

Reinhold Messner, oltre che essere stato grande scalatore, è sempre stato anche un attento e impegnato comunicatore del mondo dell’alpinismo, consapevole che la grande sfida, oggi, più che nelle altezze e nei record, sta nel rispetto della montagna e nello spirito con cui la si vive. Nella grande impresa, l’anima di un luogo e il confronto sincero, autentico con se stessi contano di più della bandierina su una vetta e di ogni inerente commercializzazione. Nel libro Messner racconta i protagonisti e gioisce dei traguardi dell’alpinismo contemporaneo. Ma, allo stesso tempo, racconta a tutto tondo il mondo della montagna, apprezzando i comportamenti esemplari e condannando la retorica eroica e la commercializzazione della “grande impresa”. Perché alcune derive, come per esempio la corsa all’Everest, rischiano di snaturare l’ispirazione con cui gli alpinisti della sua generazione e di quelle precedenti hanno affrontato il il rapporto molto intimo e leale con la vetta, influenzati da grandi maestri come Walter Bonatti e Riccardo Cassin, “così eccezionali da sopravvivere alla loro stessa grandezza”. Le parole di Messner portano il segno dell’attualità da cui scaturiscono, ma mostrano un’intenzione e una coerenza capaci di andare oltre il tempo. E seguendo questo filo nasce una storia dell’alpinismo in cui biografia, passioni, convinzioni si intrecciano in un racconto che è soprattutto una dichiarazione d’amore alla montagna e alle più pure emozioni che ha sempre mosso in chi ne ha fatto una ragione di vita. Scalare è molto più che uno sport: è una filosofia. E la montagna non è mai “assassina”: è, e basta. Possono essere solamente gli uomini a commettere errori.

A seguire nell’evento al Palazzo delle Feste, è stato proiettato “Fratelli si diventa – Omaggio a Walter Bonatti, l’uomo del Monte Bianco”, film documen- tario di Alessandro Filippini e Fredo Valla, dove viene tratteggiata l’immagine di Bonatti, bergamasco (1930-2011). Messner lo considera come suo “fratello”, atteggiamento che si è evidenziato in lui soprattutto dopo la morte dell’alpinista bergamasco. E sebbene negli anni ‘80 Bonatti avesse abbastanza aspramente criticato Messner per il suo forte coinvolgimento con sponsor e alpinismo cosidetto “commerciale” mentre si professava come un “puro”. Walter Bonatti, grande interprete dell’alpinismo tradizionale, a inizio carriera visse due anni a Bardonecchia alternando l’attività di maestro di sci, con quella di guida alpina. Tracciò vie di arrampicata in Valle Stretta e continuò la sua attività nell’alpinismo ai massimi livelli dell’epoca. Bonatti fu insignito nel 1955 della cittadinanza onoraria di Bardonecchia per aver dato lustro alla città dopo aver scalato il pilastro sud-ovest del Petit Dru nel gruppo del Monte Bianco, in sei giorni in solitaria in condizioni estreme.
Al centro del documentario di Filippini e Valla, la testimonianza di Reinhold Messner su Bonatti.
Nel film vengono ripercorse alcune delle più importanti imprese di Bonatti (la solitaria alla nord del Cervino e al Dru, la via aperta con Ghigo al Gran Capucin, il Pilier d’Angle e il tentativo al Pilone Centrale del Freney), a partire da quella sul K2 e sul Gasherbrum IV, testimoniate dalle immagini dei film “Italia K2” di Marcello Baldi e “G-IV. Montagna di luce” di Renato Cepparo, rese disponibili grazie alla Cineteca del Cai.
Il film è diviso in due parti: nella prima compaiono Messner, Bonatti e Riccardo Cassin a casa di quest’ultimo per festeggiarne i 100 anni. Nella seconda, è ripreso il dialogo fra Messner e Bonatti, nella casa di Dubino di Walter, in occasione delle celebrazioni dei 50 anni dalla prima salita al Gasherbrum 4 (1958-2008).
«Io e Walter ci siamo incontrati emozionalmente già negli anni ’70, poi però siamo entrati in contrasto per colpa di qualcosa che non era nelle nostre teste, ma di altri. Poi ci siamo riuniti – spiega Messner – perché gli alpinisti hanno lo stesso sentimento per la montagna, la stessa sensibilità”.

di redazione Alta Valsusa

 

Bonatti sembra ancora redarguire Messner, come fece negli anni 80’…

 

La copertina del libro di Messner su Bonatti

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